Insegnare meglio con Training from the BACK of the Room

Small Talk con Marco Dussin (trascrizione)

Trascrizione dello Small Talk con Marco Dussin: alla scoperta di Training from The Back of the ROOM! (registrato in diretta il 3 maggio 2023).

L'intervista è stata leggermente modificata per adattarla al formato scritto.


Avanscoperta: Training from the BACK of the Room è un workshop che noi come Avanscoperta consideriamo di grande valore, e uno dei motivi è che il corso è incentrato sull’apprendimento degli adulti.
Il corso sarà proposto per la prima volta in assoluto in italiano in aula fra un mese a Milano (giugno 2023, link in fondo all'articolo).

Small Talk è un modo un po' informale per andare a sviscerare gli argomenti dei nostri corsi, e oggi parliamo con Marco Dussin di Training from the BACK of the Room (da qui in poi TBR, nda).

A Small Talk non diamo mai niente per scontato, per cui partiamo dalle basi.
TBR: cos’è? Di che si tratta?

Marco: TBR è un percorso molto pratico in cui applicare le scoperte, ancora in corso, in ambito di brain science, ossia il risultato dell’analisi del funzionamento del cervello umano, e cercare di costruire delle esperienze formative che vadano in accordo con il modo in cui nostro cervello funziona davvero.

Quindi in realtà per due giorni noi ci occuperemo tra le righe di come funziona il nostro cervello, ma poi non sarà un corso su come funziona il cervello umano: sarà una pratica di apprendimento e di messa in pratica di ciò che impariamo per cercare di costruire formazione, secondo il modo in cui il nostro cervello funziona per davvero.

Ecco, questo è un po' il super riassuntone: ci occuperemo principalmente di cervello, e ce ne occuperemo in maniera molto pratica.

Avanscoperta: E aggiungerei anche in modo molto giocoso, oltre che pratico, perché in TBR c’è una grande enfasi sul divertimento, non fine a se stesso ma ai fini dell'apprendimento. Questa è una caratteristica che abbiamo visto tanto nelle edizioni in presenza quanto in quelle online del corso TBR.

Marco: Esatto, e chi segue Avanscoperta sa che il gioco ha la capacità di essere molto collegato al modo in cui il nostro cervello impara, e quindi in realtà giocare è davvero un ottimo modo per imparare, per raggiungere empatia, per abbassare il livello di guardia, per fare un sacco di cose: da ciò che chiamiamo Serious Play a ciò che possiamo chiamare gioco applicato al mondo dell'apprendimento, e come dice giustamente tu anche gli adulti. Parliamo quindi di adulti in classe che giocano per imparare.

Avanscoperta: Mi hai ricordato una cosa molto importante, uno dei cardini del TBR, che è appunto abbassare la guardia, mettersi in condizione di imparare da zero anche alcune cose che magari si sapevano già, sempre in modo molto rilassato ed eliminando qualsiasi forma di giudizio.

Marco: Sì, anche cose che in realtà abbiamo appreso a scuola, e magari queste esperienze sono state il nostro unico esempio di come funzionano la docenza e l’apprendimento. Tutti abbiamo avuto degli insegnanti: a scuola, nello sport e anche persone che conosciamo che magari ci hanno insegnato delle cose.
Però tutti quanti sappiamo bene come l'insegnamento ricevuto a scuola in alcune cose sia molto diverso dall’insegnamento ricevuto nella vita comune. Pensate agli insegnamenti che avete ricevuto dai genitori, dai nonni, dagli amici - queste esperienze passano attraverso diversi canali, e probabilmente in alcuni casi questi tipi di insegnamento sono quelli che ci rimangono più attaccati addosso (dal titolo del libro Using Brain Science To Make Training Stick, dove per stick si intende, appunto, rimanere attaccato, appiccicato, nda).

L’idea del TBR quindi è costruire della formazione in cui concetti ti rimangono attaccati addosso, che poi anche il titolo di un altro libro, oltre al TBR (Marco si riferisce a Using Brain Science To Make Training Stick, sempre di Sharon Bowman, la creatrice del metodo TBR, nda), oltre quello, omonimo, che dà il titolo al corso TBR e che è incluso nel biglietto del workshop.

Alla fine del corso insomma ci sarà la possibilità di portarsi a casa davvero un'idea pratica e una strategia di costruzione della formazione.

Saranno anche due giorni in cui divertirsi e a nostra volta lasciarci addosso una bella esperienza e far sì che questa ci si appiccichi addosso il più possibile, con l’idea che l’esperienza diventi una parte fisica del nostro corpo, perché effettivamente nel nostro cervello, fisicamente, quella roba lì c'è.

Avanscoperta: Una cosa importante da sottolineare quando si parla di TBR è che spesso l'accento viene posto su figure che si occupano di insegnamento in modo istituzionalizzato, ossia insegnanti, coach e facilitatori.

In realtà sappiamo che si può applicare a qualsiasi ambito o attività in cui si debba facilitare la trasmissione o lo scambio di conoscenza tra persone. Tradotto: dal dover fare una presentazione interna in azienda a fare un racconto o un report.

Quindi la domanda è: per chi è Training from the BACK of the Room? A chi si rivolge?

Marco: Parto dalla fine. Partecipando al corso, avrete la possibilità di essere inseriti all'interno di una community, che è la community delle persone che hanno fatto il corso, chiamati i praticanti, ed è una community molto ricca, fatta di persone da tutto il mondo. Quindi anche a livello di scambio di esperienze diverse di formazione, avrete la possibilità di essere inseriti in questo gruppo, che è attivo, e al momento è ospitato su Slack.

La cosa che vedrete in questo gruppo è che gran parte dei partecipanti non sono in realtà degli insegnanti formali, che quindi non sono insegnanti di scuola elementare, media o superiore. Sono infatti persone che si occupano di gestire i gruppi di lavoro, sono Scrum Master, sono persone che si occupano di facilitazione, sono persone che raccontano qualcosa esternamente all'azienda o a livello multiaziendale, quindi magari fanno i docenti (come lo farò io a giugno), ma anche persone che in realtà raccontano delle cose internamente alle aziende.

La scoperta che farete è che questo tipo di training è apprezzato principalmente da persone che solitamente non hanno la possibilità di avere altri tipi di supporti e di training, cosa che magari invece accade agli insegnanti. Quindi avrete la possibilità di scoprire qual è la differenza tra pedagogia e andragogia: la pedagogia è quella pensata per i bambini, mentre l’andragogia è quella pensata per gli adulti.

Ci sono delle differenze molto forti: gli adulti hanno bisogno di sperimentare e di fare per imparare; hanno bisogno di sapere bene il perché stanno imparando delle cose, altrimenti, giustamente, se non se non sai perché te le stanno insegnando, magari pensi che non sia per te e perdi interesse. Ci sono delle dinamiche molto diverse tra le due cose, e le approfondiremo.

Quello che mi aspetto a giugno, che è ciò che accade quasi sempre ai corsi TBR, è che in classe ci sia un buon mix delle due figure: insegnanti formali a livello professionale, che magari insegnano anche per le aziende, persone che lavorano in una scuola, e poi figure che operano internamente le aziende, che magari non hanno l'incarico formale di essere degli insegnanti, dei trainer o dei facilitatori, ma si trovano quotidianamente a farlo, perché sono leader di un team, quindi devono discutere con un team, o devono discutere user stories, o devono capire come fare i prodotti.
E questo è esattamente ciò che succede quando cerchi di raccontare, di spiegare, di disegnare, di condividere idee con qualcuno.

Sostanzialmente avremo la possibilità di avere tutti questi mondi messi assieme e ci arricchiremo l'un l'altro anche con le nostre competenze pregresse.

Mi sentirei di dire che è un corso per chiunque dai 15 ai 95 anni. Davvero, non riesco a immaginare una persona che non abbia bisogno di raccontare qualcosa a un'altra persona.
Ed è lì che vogliamo trascinare questa persona nel nostro mondo e far sì che ciò che gli si sta raccontando le rimanga appiccicato addosso.

Non riesco a immaginare qualcuno che non lo faccia: lavorativamente, quotidianamente, in famiglia, nei suoi viaggi, chiacchierando del più e del meno con le persone. Dal super esperto nerd di barbecue alla super esperta di programmazione: noi realtà condivideremo con tutti perché ci sarà pane per i denti di ciascuna persona.

Avanscoperta: Ecco la prima domanda dal pubblico, grazie Ale.
Leggiamo: “il corso darà strumenti utili anche per pensare programmi formativi per altri colleghi?”

Marco: Assolutamente: il corso ha due sfaccettature, che sono ben distribuite nei due giorni.
Il primo giorno riguarda principalmente come funziona il cervello, come funziona l'apprendimento, come rimettersi in condizione di imparare, e lo vivremo: non serve raccontarvelo perché è quello che faremo. Quindi il corso stesso è un prototipo di ciò che potrete usare.

Il secondo giorno invece riguarda principalmente quello che Bowman chiama le 4 C, ovvero come progettare la formazione. Parleremo di Learning Design, e nel secondo giorno ci occuperemo di come costruire percorsi formativi.

Il corso nel primo giorno dà strumenti utili per erogare la formazione, quindi piccoli trucchetti che sperimenteremo in prima persona (ciascuno di questi durerà circa 5 minuti), il ritmo quindi sarà molto serrato; mentre il secondo giorno ci occuperemo principalmente della progettazione, quindi cosa fare prima del momento dell'erogazione della formazione e dell’esperienza formativa.

Saranno presenti dunque entrambe le sfaccettature di un percorso formativo: come farlo e anche come pensarlo.

Questo si può applicare sia con corsi molto piccoli, quindi ci sarà modo di sperimentare strumenti per pensare corsi di un paio d'ore, sia con interi semestri universitari.
Io in realtà in questi anni ho avuto la fortuna di praticare ed è il motivo per cui poi ho deciso di certificarmi come formatore perché mi piace un sacco questa modalità e grazie a questo tipo di formazione ho progettato mini esperienze, come quella di quest'oggi di mezz'ora così come interi semestri universitari (come quello che sto insegnando all’Università di Padova, che è progettato in questo modo).

Davvero possiamo progettare dalla più piccola cosa alla cosa più strutturata e formale che ci sia. Anzi: quando ci vedremo in aula vi farò anche vedere dietro le quinte: come si fa la progettazione di una cosa molto formale che ha dei paletti molto rigidi come un semestre universitario.

Questo vale anche per un percorso di formazione tecnico-aziendale dove per esempio bisogna tutti i costi raccontare alcune cose perché magari ci si deve certificare per la sicurezza sul lavoro. Attraverseremo tutti questi mondi e ci sarà tutto il tempo per poterne parlare.

Avanscoperta: Bello, tutto questo mi fa sognare un mondo immaginario dove non siamo dovuti stare seduti per ore a guardare 5 milioni di slide sul corso di formazione per la sicurezza…

Marco: C'è la frase nei libri che consegneremo ai partecipanti che mi fa sempre sorridere ogni volta che la rileggo, ed è:

Noi abbiamo imparato nonostante tutto questo.

Questo ci dà l'idea di quanto il nostro cervello sia potentissimo. Quindi figurarsi se lo mette in condizioni ottimali… lui riesce a imparare anche in una modalità in cui non lo stiamo agevolando, figuratevi se sciogliamo le briglie.

Io mi ricordo ancora un buon 90% di quanto esperito durante i due giorni in cui io stesso ho fatto il training da praticante, e lo vedo nei vari training che fate con Avanscoperta… un’esperienza illuminante.

Avanscoperta: Altra domanda di Ale: “può aiutare in un eventuale cammino di “certificazione” su questo metodo?” Entriamo nell’argomento delle certificazioni.

Marco: Il corso non è certificante: è un corso da praticanti. Chi l’ha inventato non l’ha reso un corso certificante perché di fatto non c’è un esame finale.

Alla fine del corso, che ribadisco è un corso da praticanti, otterrete un certificato. È il certificato di un corso che a livello internazionale è estremamente riconosciuto, quindi con questo tipo di certificato potrete partecipare a un ulteriore corso di due giorni grazie a cui accedere alla certificazione come formatori.

Quindi, se lo vorrete, con il certificato che otterrete durante i due giorni insieme a me, e il mio suggerimento è di continuare il percorso dopo aver fatto un po' di pratica - ho visto che in realtà fare un po’ di pratica dopo il corso permette di metterci sopra un po' di pezzi e quindi di apprezzare ancora di più il percorso - così da ottenere il certificato abilitante all’insegnamento.

Il percorso completo, così come appena descritto, consente di accedere alle certificazioni che abilitano all’insegnamento.

A questo corso vi verrà consegnato un bellissimo diploma. E vi consiglio di tenerlo perché in realtà sarà poi la prova ufficiale che avete partecipato al corso in presenza. Quindi è un documento ufficiale a tutti gli effetti.

Avanscoperta: Precisiamo: dopo aver ottenuto questo certificato di partecipazione non si è ancora abilitati a insegnare TBR.

Marco: No, non si è abilitati a insegnarlo, ma a praticarlo sì.

Per poter insegnare è necessario fare un secondo step di percorso formativo. Ci sono delle giornate a cui partecipare e poi soprattutto c'è un bel malloppo da studiare, che in questi giorni è sulla mia scrivania e anche sul mio comodino.

Avanscoperta: Con Small Talk andiamo sempre a sviscerare dov’è nata la passione dei nostri docenti per un certo argomento, e questa volta non sarà da meno.
Quando è stata la prima volta che ha insegnato e com'è andata, e come sei arrivato a TBR?

Marco: L’aneddoto simpatico è che la prima volta che ho insegnato è stato da piccolo perché in realtà il mio papà era insegnante (adesso in pensione), e ogni tanto mi portava a scuola con lui, quindi ogni tanto capitava di essere lì durante i pomeriggi opzionali per gli studenti, quando si facevano attività in cui anche noi bambini potevamo partecipare, e quindi quella è stata l'occasione in cui di sicuro, conoscendomi, ho detto la mia su qualcosa che abbiamo fatto.

Poi la mia esperienza principale di insegnante è cominciata quando ero ricercatore all'università, quindi ho avuto l'opportunità di poter insegnare a classi di studenti, alcuni dei quali più vecchi di me, e anche questa cosa è stata divertente perché quando sei più giovane farti chiamare professore da qualcuno più vecchio di te fa sempre un po' strano! Con alcuni di loro ho ancora contatti lavorativi e professionali.

Quindi direi che insegno da diversi anni ormai, iniziano a essere 15- 16 anni, era il 2004 o 2005 quando ho iniziato…  diciamo che metà della mia vita l'ho fatta insegnando.
Però poi mi piace anche raccontare che le cose si mescolano tanto: insegnare, fare le consulenze e progettare la formazione sono tutti i lati della stessa medaglia.

Insegno in diverse situazioni: da quelle formalissime (tuttora insegno all'università), ogni tanto alle scuole superiori, insegno a professionisti e in realtà è un mondo che mi piace molto.

Avanscoperta: Una domanda che viene spesso fatta, o che viene sottesa, è “sì, vabbè bello questo TBR, però funzionerà solo in certi ambiti di applicazione”. Tu ora hai detto che insegni anche alla liceo e all'università.
Che materie insegni e, quindi, ti chiedo quali ambiti di applicazione possiamo trovare per TBR, che non siano quelli di cui ci occupiamo di solito in questi canali?

Marco: Io spero che la risposta non sembri banale perché non lo è, ma la risposta è: tutti. Tutti perché in realtà partendo da come funziona il nostro cervello e dagli interessi del nostro cervello, il corso mescola continuamente tecniche, teoria, modalità e trucchi per tenere il nostro cervello attento, vispo, desideroso di apprendere e anche di sperimentare che ciò che ha appreso funziona per davvero.
Per quanto mi riguarda questo vale da insegnare latino fino a insegnare come si cucina una una torta.

Vorrei anche espandere sul significato della parola “insegnare”, che non è solo l'atto formale di stare in cattedra. Già il nome di questo corso è bello, si chiama “from the back”, la cattedra non c’è perché tu l’apprendimento lo fai da dietro, gli studenti sono davanti a te.

Per cui è un apprendimento basato sui partecipanti, sulle loro conoscenze ed esperienze pregresse, in cui il formatore o facilitatore in qualche maniera li aiuta solo a connettere i puntini e, ovviamente, nel caso manchino alcune competenze, le dà, perché poi non tutte le cose le conosciamo già come competenze pregresse.

TBR vale per tutto, da prendere la patente fino a imparare a fare le uova strapazzate, e mille altre cose, ed è davvero così. È pensato per qualsiasi tipo di percorso formativo. In alcuni percorsi è più facile, bisogna ammetterlo: in alcuni casi è più facile arrivare al cervello delle persone perché sono magari di per sé più interessanti o hai un pubblico che è più interessato, mentre in altri percorsi è più difficile. Ma principalmente non è tanto la materia, quanto se le persone sono connesse con la materia.

Sappiamo tutti che gli studenti più difficili sono quelli completamente disinteressati a ciò che gli stiamo raccontando: non è colpa del topic, è proprio che uno pensava di andare a fare una cena a base di carne e si ritrova invece al ristorante vegano, per cui a volte c’è una completa disconnessione tra le aspettative e ciò che sta succedendo.

Avanscoperta: Abbiamo già parlato dell'apprendimento degli adulti, quindi sappiamo che è qualcosa di estremamente diverso non solo da come abbiamo imparato nella nostra vita di non adulti ma anche da come normalmente impara il cervello delle persone più giovani.

In buona sostanza, in cosa si concretizza il focus sull'apprendimento degli adulti?

Marco: Si concretizza nel fatto che gli adulti utilizzano tecniche diverse per apprendere rispetto ai bambini e il loro cervello per alcune cose funziona in modo diverso.

Da adulti abbiamo alcune forme mentali, aspettative e modalità diverse, e soprattutto il motivo che ci spinge a imparare è diverso da adulti rispetto ai bambini.
I bambini imparano magari principalmente per curiosità: di fronte a qualsiasi cosa nuova gli si proponga, il loro cervello è una spugna desiderosa di recepire la novità.

Gli adulti a un certo punto della loro vita, anche semplicemente per esigenze di tempo, imparano più per necessità, per cui l’ottica è quella dell’avere bisogno di capire come funziona questa cosa, non c’è curiosità ma serve impararla, o disimpararla e impararla di nuovo… e quindi sostanzialmente, a partire dalla motivazione fino alle modalità di apprendimento, ci sono delle differenze e durante il nostro percorso insieme le andremo a sottolineare ed evidenziare.

Però ripeto: la cosa incredibile di com'è stato progettato questo percorso, che sarà davvero un'esperienza, quindi non mi servirà esplicitamente dire alle persone “avete visto? Questo è il modo in cui vostro cervello impara”, è che durante il giorno il nostro cervello imparerà e ci troveremo alla fine a essere più ricchi grazie a ciò che abbiamo imparato, e a poter dire “da adulto ho imparato questa cosa, l'ho imparata perché avevo queste motivazioni, e me l'hanno insegnata in queste modalità”.

L'altra cosa interessante da sottolineare è che sappiamo, e le neuroscienze ce lo dicono, che i nostri cervelli sono diversi, e quindi ogni persona impara in modi diversi. Il corso propone una serie di strumenti pratici e di modalità che ci aiuteranno a coprire tutti i diversi stili di apprendimento.

Tutti i partecipanti troveranno un modo rispondente alla modalità di apprendimento più congeniale: c’è chi impara meglio scrivendo? Ci saranno attività incentrare sull’apprendimento tramite scrittura. Chi impara di più ascoltando? Ecco un’attività sull’ascolto, e così via.
Avremo tutte queste cose continuamente interlacciate tra di loro, e i tavoli di lavoro, che verosimilmente avranno persone con stili di apprendimento diverso, saranno composti da persone in grado di cogliere sfumature che gli altri non colgono, e di condividerle.

Scopriremo quindi che i team che sono in grado di condividere le cose funzionano proprio in questo modo, perché poi questo training vale anche al di là dei percorsi formativi.

Avanscoperta: Volendolo riassumere al massimo: si impara il metodo stesso facendolo, quindi attraverso l'esperienza. Non si tratta di imparare cosa sia TBR, ma si ha esperienza del TBR in ogni momento del corso.

Marco: Sarò io formalmente il primo “from the BACK”, non c’è una cattedra. Lo vedrete in prima persona al corso.

Avanscoperta: Un’altra domanda classica che facciamo alle nostre dirette di Small Talk: ma perché TBR? Qual è il problema vero che va a risolvere?

Marco: Gran parte delle cose che abbiamo esperito come modalità formative sono nate un po' storte. Si basa su assunti che non sono più così validi nel 2023, o si basano sul fatto di dover creare ovviamente una standardizzazione: a scuola ne hai bisogno, con 30 persone in classe, e hai bisogno che la formazione sia standardizza per sopravvivere come insegnante, ma anche probabilmente per poter avere tutta la classe più o meno a bordo.

Però questa cosa poi si dimostra non così vera. Nel senso che si dimostra non così vero che standardizzare sia una modalità ottimale, si dimostra non così vero che standardizzando il programma hai tutti a bordo, e soprattutto si dimostra non così vero che fare formazione per gli adulti ricalcando un'esperienza simile a quella avuta a scuola sia una buona idea.

Quindi TBR va a risolvere questo, ossia: la formazione che io faccio principalmente per gli adulti è incentrata sul fatto che ripetere quelle cose senza disimpararle e impararle è probabilmente un po' sciocco nel 2023.

Abbiamo abbastanza evidenze neuroscientifiche che ci dicono che la formazione può e deve probabilmente essere fatta con trucchi diversi rispetto a quelli del passato.

Il bello è che tutto questo sarà spiegato in una maniera così semplice che non servirà essere dei campioni di neuroscienze per capire come funzionano i neuroni specchio e per essere in grado di partecipare, ma lo sperimenteremo. Quindi anche se non sapete nulla di neurobiologia, andrà altrettanto bene.

Avanscoperta: Cosa differenzia il corso TBR in aula da quello da remoto?

Marco: La teoria da cui i due corsi prendono spunto è la stessa: il nostro cervello rimane lo stesso sia online che in presenza, però le modalità sono diverse.

Il corso online nasce subito dopo il lockdown, nasce da una sperimentazione e poi diventa una formalizzazione di un percorso online e nasce per essere tailor-made sulla formazione online, quindi dà strumenti molto pratici su come gestire una formazione online.

Il corso in presenza dà strumenti molto pratici su come gestire una formazione in presenza. Ma dato che la teoria sotto rimane la stessa, e in realtà alcune cose sono possono essere trasposte da un mondo a quell'altro… mi spiego meglio: non è possibile in alcune cose fare il copia incolla della presenza nell’online, l’abbiamo sperimentato tutti se abbiamo almeno fatto da docenti un corso online.

Le strategie della presenza nel corso online non funzionano e non è neppure possibile in presenza dire alla gente “guardate da schermo e vi parlo da lì”.
Ciò che non si può fare è il copia incolla: non si può prendere a prototipo qualcosa e usarlo paro paro, non ve lo consiglio.

Il corso TBR che andremo a fare a giugno è tailor-made, sartorialmente pensato per chi fa formazione in presenza, e il corso online, il TBR-VE (Virtual Edition), è tailor-made, sartorialmente pensato per chi fa formazione online.

Il corso in presenza però è l'unico però che dà la possibilità poi di andare a fare il percorso da formatori in presenza. Il motivo per cui ho deciso di specializzarmi su questo è poi di aiutare Avanscoperta nell'offrire entrambe le possibilità e nell’avere entrambe le possibilità - una arricchisce l’altra.

Io per primo ho fatto il corso in presenza e poi ho trasportato online per tre anni e ancora continuo a farlo con tutto quello che ho imparato.

Diciamo che il sostrato che imparerete è quello: quando avete praticato e capito come funziona non diventa difficile poi immaginarsi come sperimentarlo online.

Ti direi che l'unica differenza è che non funziona il copia incolla fra due mondi.

Partecipando alla versione in aula che faremo invece potrete anche fare un copia incolla completo di alcune tecniche che faremo e trasporle così alle vostre attività in presenza.

Avanscoperta: Un’altra differenza è che quello in presenza prevede due giorni di full immersion…

Marco: ... per risparmiare tempo si fa così. Mentre online è difficile stare collegati 8 ore di seguito… questo è un tipico esempio di come le due modalità siano differenti. In presenza invece è difficile stare lì solo per due ore, perché in due ore ti stai appena ambientando e stai entrando dentro all’argomento.

Avanscoperta: Il corso online invece prevede 5 moduli da 2 ore e mezza l’uno con 2 o 3 giorni di distanza tra un modulo e l’altro, e una discreta quantità di compiti e attività da fare a casa. Il focus lì è anche c'è anche sull’apprendimento attivo della persona. Ma i compiti ci sono anche per quello in presenza, vero?

Marco: C'era qualcosa da fare prima e ci sarà qualcosa da fare dopo.

Prima del corso ci sarà una cosa da fare, che formalmente si chiama priming, e fa parte delle cose che impareremo: manderò degli esercizi per casa da fare. Ci sarà anche una parte da fare dopo a livello di lavoro personale e anche a livello formale di lavoro da pubblicare nella nella community (su Slack) in modo da raccontare agli altri ciò che ha imparato e in qualche maniera dimostrare che abbiamo imparato.

Diciamo che il certificato ufficiale si conclude nel momento in cui siamo in grado di fare un buon riassunto di quello che abbiamo esperito e di raccontarlo al resto della community come give back.
E questo è bello, perché poi stando dentro alla community ogni settimana arrivano i riassunti da diverse parti del mondo, di persone con diverse culture, con diversi progressi scolastici, con diverse altitudini, ed è davvero bello.
Da San Francisco a Tokyo cambia di molto il modo di concepire la formazione e il perché le persone imparano tecniche diverse.

Una cosa sul corso: ci tengo a dire che si tiene in italiano. È un valore aggiunto a mio parere, ho desiderato fortemente di poter fare questa cosa. Il corso in italiano dà modo le persone, non tanto per la competenza del inglese, ma perché in realtà poi in lingua madre ci sono delle sfumature e dei ricordi che le persone possono mettere sul tavolo e che secondo me sono valore aggiunto.

E poi ovviamente può anche essere un'opportunità, non lo nego, per chi magari in inglese si trova un po' in difficoltà, o semplicemente fa fatica due giorni ad ascoltare l'inglese, se non sei abituato può essere difficile per parlare con le persone, magari sei un po' timido, quindi diciamo che tutto ciò che è competenza laterale da imparare anche solo da dialoghi rubati alla macchinetta del caffè in italiano possono essere vantaggiosi.

Avanscoperta: Grazie Marco, a te la chiusura!

Marco: Ci vediamo a Milano in presenza, finalmente. La location è molto bella e ci sarà anche l'accoglienza Avanscoperta… se non la conoscete fidatevi, ne vale la pena. E anche venire a Milano per questi due giorni insieme può essere vissuta come una bella esperienza.

Cover photo: Maicol Rossellini - Avanscoperta.

Small Talk con Marco Dussin: il video - il podcast.


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Marco è trainer del Training from the BACK of the Room (versione in presenza e in italiano).

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