In cosa consiste il metodo LEGO® SERIOUS PLAY®?
Intervista a Stelio Verzera e Raffaele Boiano
Da bambini passiamo le ore a giocare perché il gioco è espressione della nostra necessità fisiologica di esplorazione, movimento e creatività e il tempo trascorso a giocare è parte fondamentale del nostro sviluppo cognitivo, affettivo ed emotivo.
Da grandi smettiamo di giocare, a meno di non imparare giochi nuovi, a meno di non imparare a giocare seriamente.
Come? Con il metodo LEGO® SERIOUS PLAY®.
Avanscoperta: Ciao Stelio, ciao Raffaele! Ci raccontate in breve chi siete, di cosa vi occupate e cosa vi accomuna?
Stelio: Ci accomunano parecchie cose, in primis direi la passione per le cose belle della vita, gioco incluso, e la curiosità.
Chi sono io, per me è il domandone dell’anno! Boh. Quando lo capisco ti dico meglio. Sto capendo ora chi ero l’anno scorso, non so se ti è utile però. 😉
Mi occupo ormai da oltre 20 anni di aiutare le organizzazioni ad evolversi nel modo in cui lavorano le persone al loro interno e con le persone all’esterno. Nel frattempo questa cosa di dentro/fuori sta sfumando sempre più. E per darle il colpo di grazia nel 2011 ho avviato Cocoon Projects. Tra la fine di quell’anno e l’inizio del successivo mi sono occupato di dare a questa nuova realtà un modello di governance decisamente diverso. Con l’aiuto di 4 o 5 co-founder ci ho lavorato 9 mesi, e poi è nato LiquidO (liquidorganisation.info).
Oggi continuo a imparare ogni santo giorno, e mi sto dedicando sempre più alla crescita delle persone, in un momento storico in cui finalmente non si parla più di assurdità come work-life balance, e si inizia a capire che il lavoro è parte della nostra vita, della nostra crescita e della nostra identità.
Raffaele: Provo sempre un sottile imbarazzo a raccontare me stesso.
Io mi vedo come l’intersezione tra l’antropologia culturale (il mio background), lo sviluppo front-end (il mio lavoro per 8 anni) e l’user experience design (la mia professione degli ultimi 11 anni). Intorno a questo incrocio trafficato c’è una passione smodata per lo storytelling e per il rugby.
Fondatore dell’UX Book Club di Roma e vice presidente di Architecta, negli ultimi 18 anni sono stato consulente della Commissione Europea e ho lavorato per venere.it, per la Mostra del Cinema di Venezia, per una società di network design, per un gruppo bancario, per una open source company e per un fondo di previdenza.
Sono intervenuto come relatore all’European Information Architecture Summit, al WIAD (World Information Architecture Day) e al World Usability Day.
Nel 2014 ho fondato Fifth Beat, una design company che progetta prodotti e servizi con e per le persone.
Amo i job title buffi. 🙂
Avanscoperta: Come siete entrati in contatto per la prima volta con il metodo LEGO® SERIOUS PLAY®?
Stelio: Sinceramente non me lo ricordo. E a chi mi conosce non suonerà strano. Credo che Claudia (oggi mia moglie) nel 2011 o 2012 mi avesse mandato un link trovato “per caso” mentre studiava metodologie partecipative. Quello che ricordo bene è che ho letto di cosa si trattasse e mi sono lanciato senza pensarci due volte. L’ho anche proposto a colleghi allora, ma evidentemente i tempi non erano maturi e sono partito da solo. Oggi lo condivido felicemente con parecchi colleghi.
Raffaele: Ho scoperto LEGO® SERIOUS PLAY® nel 2013 durante OpenCamp, partecipando a un workshop facilitato da Stelio, Claudia Pellicori e Alessandra Cianchettini.
È stato amore a prima vista: questa tecnica (per essere pedanti meglio definirla una famiglia di tecniche) mi è sembrata subito una potente piattaforma di elicitazione, un’esperienza che sfrutta il meccanismo proiettivo per portarti a mettere le tue idee su un tavolo con sembianze in 3D.
Dopo quella volta ho seguito altri workshop in tema e forse l’incontro con Lucio Margiulis è stato il momento che mi ha fatto capire ancora di più le potenzialità di LEGO® SERIOUS PLAY® spingendomi a certificarmi con lui a Barcellona nel 2015.
Avanscoperta: Stelio,** in cosa consiste il metodo**LEGO® SERIOUS PLAY®****?
Stelio: Consiste innanzitutto nel mettere sul tavolo quello che le persone pensano e sentono rispetto a sistemi complessi. Permette di affrontare scenari di problemi e/o opportunità come nessun altro metodo io abbia sperimentato fino ad oggi. E permette di farlo in modalità co-creative, che abilitano l’azione quasi diretta del gruppo sul contenuto di pensiero ed emozione di ciascun partecipante. C’è molta scienza dietro, ma una cosa è certa: per capirlo va provato, e a fondo.
Avanscoperta: Perché è un metodo che vale la pena conoscere, diffondere e applicare?
Stelio: Perché è pazzesco! Più lo conosco più imparo quanto sia potente nella sua capacità di andare a fondo dentro gli unknown unknown, sia a livello individuale sia di gruppo, e di andare in ampiezza****nell’analisi di scenari articolati, di sistemi complessi e di criteri strategici sia tradizionali sia agili o, come si dice in gergo LSP, di real time strategy making.
Last, but not least, usando questo strumento le persone crescono, imparano a conoscersi meglio, imparano a capire gli altri con cui lavorano e vivono, gli ambiti in cui ogni giorno operano e le interconnessioni tra ciò che sentono e il sistema di processi in cui si muovono.
Avanscoperta: Raffaele, quali sono le possibili diverse applicazioni oggi del metodo LSP (LEGO® SERIOUS PLAY®)? Ci racconti la tua esperienza rispetto al tuo ambito?
Raffaele: In UX research il trait d’union di un progetto di ricerca è riuscire a cogliere i bisogni delle persone (e non i desideri o le soluzioni che ti propongono) in determinati contesti, al fine di mappare adeguatamente la matrice bisogni/touchopint.
Una congrua mappatura dell’as-is, cioè della situazione attuale, è di grande aiuto per capire che value proposition stiamo sviluppando.
Alcuni bisogni sono latenti o impliciti, quindi nell’analisi non standard è l’esperienza del ricercatore a trasformare i dati grezzi in insights.
Le applicazioni di LEGO® SERIOUS PLAY® possono diventare un strumento potente per indagare in profondità il nostro modo di vedere il mondo, superando la barriera della consapevolezza imposta dalle tecniche di rilevazione tradizionali come l’intervista.
Avanscoperta: In questo post Ilaria Mauric racconta la sua esperienza con LSP e scrive: Scegliere un facilitatore è come scegliere un dottore o uno psicologo: prima viene la diagnosi, poi le possibili cure.
Cosa significa essere facilitatori certificati LEGO® SERIOUS PLAY®?
Raffaele: Quello raccontato da Ilaria è il concetto di cui parlavo prima: la riflessione accurata sui bisogni è molto più produttiva (e viene prima) di un brainstorming sulle soluzioni.
Se vado dal mio medico dicendo “Dottore, vorrei un Nomefarmaco”, è altamente probabile che mi risponda “Ok Raffaele, ho capito che hai un problema. Ti va di raccontarmi come ti senti e che ti è successo?”.
La certificazione è un’esperienza intensiva (4 giorni per quasi 40 ore) che ha l’obiettivo di illustrare tutte le tecniche di LEGO® SERIOUS PLAY® e alcune applicazioni. In quei 4 giorni il trainer ti spiega accuratamente le sue tecniche di facilitazione e ti stimola a passare dall’altra parte del tavolo. In tutta onestà, non è un attestato a fare di me un facilitatore.
È evidente che le giornate di training, per quanto formative e coinvolgenti, sono metaforicamente un sacchetto di mattoncini al quale tocca sempre a te dare forma e significato. Il verbo “facilitare” è una false friend perché ha una radice che ci porta fuori strada: è un compito davvero difficile, una sfida continua.
Avanscoperta: Stelio, tu e Raffaele avete ideato e strutturato il workshop Value Proposition Design con LEGO® SERIOUS PLAY®, due giornate di formazione intensa, volta ad approfondire e utilizzare in modo combinato due metodi, LEGO® SERIOUS PLAY® e** Value Proposition Canvas**.
Perché questo workshop? E per chi è stato pensato?
Stelio: Quello che vorremmo fare è abilitare imprenditori, manager e designer a capire come co-creare strategie di prodotto/servizio in tempo reale, gestirne il cambiamento, e finalmente trovare soluzioni efficaci al problema complesso di coniugare esigenze dell’utente e strategia dell’azienda.
Avanscoperta: Raffaele, come lavorerete durante il workshop, quali strumenti utilizzerete e cosa ci si porta a casa una volta concluso il workshop?
Raffaele: Io e Stelio abbiamo facilitato vari workshop insieme, in contesti di organizzazioni internazionali e nel business di prodotti o servizi. Lavoreremo progettando una lista di attività time boxed e facilitando delle sessioni comuni o parallele, alternando compiti individuali e di gruppo.
Alla fine del workshop i partecipanti avranno provato uno strumento per progettare delle value proposition, andando oltre la limitante tentazione di trovare una singola risposta a problemi complessi.** Uno strumento che sappia far emergere informazioni e punti di vista individuali per trasformarli in conoscenza di team e in euristiche per affrontare il cambiamento**.
Avanscoperta: A chi conosce già il metodo e ha già seguito dei mini workshop, consiglieresti il vostro Value Proposition Design con LEGO® SERIOUS PLAY®?
Raffaele: Dipende dal grado di conoscenza che hanno di LEGO® SERIOUS PLAY®. Questo è un workshop per presentare una famiglia di tecniche a chi non le ha mai usate, ma anche per applicarla in un ambito specifico, che è il Value Proposition Design. È un workshop progettato su due giornate full day, con uno scope davvero diverso rispetto ai mini workshop.
Avanscoperta: E chi non ha nessuna esperienza di LSP da dove può cominciare?
Raffaele: Il mio consiglio è iniziare partecipando a un workshop su identità (personale o aziendale). Anche un workshop breve, se ben progettato e facilitato, permette ai partecipanti di scoprire degli elementi di sé che non emergono con altre tecniche.
Avanscoperta: Stelio, qual è il tuo/vostro obiettivo su scala nazionale rispetto alla diffusione e alla conoscenza di LEGO® SERIOUS PLAY®?
Stelio: Prima di tutto, usarlo come si deve. Esattamente come un pennello o uno scalpello, ci si possono fare molte cose e le si può fare molto bene o molto male. Serve maestrìa, e per raggiungerla servono tempo, umiltà, creatività e disciplina. Poi c’è anche chi usa il retro di un cacciavite per piantare chiodi… Ecco questo è l’altro obiettivo: fare chiarezza.
Avanscoperta: A parte il workshop Value Proposition Design con LEGO® SERIOUS PLAY®, avete altri eventi in programma?
Stelio: Beh, dulcis in fundo! Questa è la domanda più importante. Questo workshop, insieme ad altri in giro per l’Italia, costituisce una tappa di un percorso culminato nell’evento che si è tenuto a Milano a ottobre 2016: la prima LSP Fest al mondo. L’obiettivo dell’evento è puntare far capire e letteralmente toccare con mano la potenza di questa metodologia.
Seguiteci sul sito e/o Twitter di Cocoon Projects (cocoonprojects.com e @CocoonPro) per avere notizie della prossima edizione!
Avanscoperta, chiaramente, è partner ufficiale della LSP Fest per il training. Rock’n roll!
Avanscoperta: Grazie ragazzi! 😉
Foto di copertina ©antonio chinnici
La lista completa dei nostri corsi: Avanscoperta Workshops.